Il de cuius

Quando si parla di eredità è inevitabile il riferimento al “de cuius”.

Si tratta di una espressione presa in prestito dal latino (de cuius hereditate agitur, e cioè la persona della cui eredità si tratta), per fare riferimento alla persona “della cui” successione si sta parlando. Può trattarsi sia di un soggetto vivente (che ad esempio sta pianificando la propria successione), sia di un soggetto già defunto, il cui patrimonio è oggetto di successione ereditaria.

La successione a causa di morte (o mortis causa) può essere caratterizzata dalla presenza di un testamento (e allora si applicano le regole della successione “testamentaria”) oppure dalla assenza di un testamento, caso nel quale la ripartizione del patrimonio del defunto avviene secondo legge (perciò si parla di “successione legittima”, cioè appunto “per legge”, o di successione “intestata” o “ab intestato”, e cioè in assenza di testamento).

Si parla infine di “successione necessaria” quando ci si riferisce alle regole che presiedono alla riserva di una quota del patrimonio del defunto a favore di determinati suoi stretti congiunti.

 

L'eredità e il legato

Coloro che succedono al defunto possono essere “eredi” o “legatari”.

L’erede è chi subentra nell’intero patrimonio del de cuius o in una quota di esso; il legatario è colui che consegue singoli beni (ad esempio: una casa).

La differenza è rilevante sotto molti aspetti: il più importante è senz’altro quello che l’erede risponde dei debiti del defunto anche in misura superiore al valore dei beni ereditati (e quindi può anche rimetterci il suo patrimonio personale).

Il legatario invece non risponde, di regola, dei debiti ereditari e comunque la sua responsabilità è limitata al valore dei beni che gli sono stati attribuiti.

Inoltre, mentre il legatario consegue il legato automaticamente, e cioè per il solo fatto dell’apertura della successione (che avviene in coincidenza con la morte del de cuius), l’erede diviene tale solo per effetto di una sua accettazione (esplicita o tacita) dell’eredità: proprio perché egli risponde dei debiti del defunto, la legge richiede una sua manifestazione di volontà per conseguire la qualità di erede.

Il legatario invece consegue di regola un beneficio e quindi la sua volontà di accettare si presume (comunque egli è sempre libero di rinunciare al legato).